• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to footer
Vital Center

Vital Center

Fisioterapia - Riabilitazione - Neuropsichiatria infantile

  • Home
  • Fisioterapia e riabilitazione
  • Neuropsichiatria Infantile
  • Mantenersi sani
  • Gravidanza e nascita
  • Chi siamo
  • Carta dei servizi
  • Lavora con noi

Cosa facciamo

Ginnastica Addominale Hipopressiva

logo-vital-center-empoli

Ginnastica addominale hipopressiva

Le tecniche ipopressive sono state create dal dott. Marcel Caufriez, fisioterapista di fama mondiale, per il recupero a livello uro-ginecologico e posturale, con ottimi risultati per la salute e l’estetica.

Infatti ci sono numerosi studi che hanno evidenziato la stretta relazione tra tono dei muscoli della fascia addominale, tono dei muscoli del pavimento pelvico e postura.

La Ginnastica Addominale Hipopressiva si articola in una sequenza precisa di posture in “autoallungamento” che attivano soprattutto la fascia muscolare addominale, quindi è un ottimo metodo per contrastare e ridurre la diastasi dei retti, l’incontinenza urinaria ed il prolasso viscerale, e tutti i problemi derivanti da un addome o un pavimento pelvico indebolito. Sono esercizi “sicuri” che non aumentano la pressione interna (da qui il nome di ipo-pressivi) e non provocano rischi, ma vanno a contrastare appunto disfunzioni e patologie, riequilibrano la postura e a fanno ritrovare uno stato di benessere psico-fisico generale.

La ginnastica addominale ipopressiva utilizza posture e movimenti abbinati ad una specifica respirazione, che provocano una diminuzione della pressione dentro l’addome ed il torace, aumentando per via riflessa il tono del pavimento pelvico e della fascia addominale con ripercussioni positive sulle problematiche di incontinenza e prolassi viscerali. Questa metodica inoltre tonifica la muscolatura scheletrica e agisce come una vera e propria ginnastica posturale.

E’ indicata nel periodo del postpartum , sia come prevenzione sia prima di ritornare all’attività sportiva, e dopo, come mantenimento dei risultati ottenuti con la fisioterapia, perché il lavoro in gruppo da molta continuità ed è anche più divertente.

I tuoi terapisti saranno:

Riabilitazione post mastectomia

logo-vital-center-empoli

Progetto riabilitazione post mastectomia

Post mastectomia

Le donne operate esprimono la sofferenza fisica post-operatoria lamentando sensazione di avere “un cuscinetto, una compressa di cotone, un cartone duro sotto l’ascella, un qualcosa di non appartenente al proprio corpo”; dolore, fitte, formicolii, intorpidimento, pesantezza del braccio e/o dell’avambraccio,  costrizione e dolore alla ferita, all’ascella e al torace. Queste sintomatologie possono scomparire in poco tempo ma, se non precocemente trattate, possono permanere e evolvere verso un dolore costante e una limitazione funzionale più o meno importante. Inoltre, il dolore della ferita, l’asportazione e il traumatismo dei muscoli pettorali e della capsula articolare possono indurre la paziente ad assumere posture scorrette, ad innalzamento della spalla omolaterale con il braccio in adduzione e il gomito flesso. Inoltre, nel caso di mastectomia, la mancanza del seno comporta in termini fisici  una  alterata  postura  della  spalla  e  della colonna  cervico-dorsale  che  a lungo andare porta a dolore cervicale e a rigidità muscolare (molto spesso le protesi esterne  vengono  prescritte, oltre che per ragioni estetiche, per evitare posture scorrette e per riequilibrare la simmetria corporea). A seconda del grado di invasività dell’intervento chirurgico inoltre si possono riscontrare lesioni nervose a carico del complesso spalla, spesso reversibili, che beneficiano del trattamento riabilitativo per ripristinare la corretta attivazione muscolare e velocizzare il recupero. In ultimo va sottolineato il ruolo fondamentale della cicatrice: le cicatrici chirurgiche  spesso  hanno un ruolo disfunzionale importante anche in assenza di sintomi quali dolorabilità, ipertrofia della cicatrice, indurimento del sottocute, discromie cutanee o alterazioni della sensibilità. L’altra importante complicazione tanto temuta è il linfedema. In alcuni casi, l’asportazione dei linfonodi ascellari, ed in minor misura del linfonodo sentinella, può rallentare la circolazione della linfa dell’arto, che si accumula nei tessuti, potendosi tradurre in un gonfiore visibile di tutto il braccio o di parti di esso oppure della mammella. La linfa che ristagna origina il cosiddetto linfedema, che si può formare gradualmente nell’arco di pochi giorni o anche dopo diversi anni dall’intervento.
I più comuni sintomi del linfedema sono: il gonfiore, il senso di pienezza e pesantezza del braccio interessato, la difficoltà ad alzare l’arto, l’irrigidimento della pelle, la riduzione della capacità motoria o della flessibilità della mano o del polso, la difficoltà a infilare il braccio nella manica della giacca o della maglia, il senso di compressione dato da anelli, orologio o braccialetti. Per il linfedema non esiste una cura risolutiva. Tuttavia, i pazienti affetti devono comunque seguire un preciso programma terapeutico per ridurre l’edema e migliorare i disturbi funzionali determinati dalla patologia.
La nostra proposta è l’unione della Terapia Manuale con l’Esercizio Terapeutico Specifico Dedicato.
 

Terapia Manuale

Drenaggio linfatico manueale
Il drenaggio linfatico manuale è una delle tecniche utilizzate in quella che viene definita terapia decongestiva complessa ad oggi considerata il trattamento d’eccellenza per i problemi linfatici. Della terapia decongestiva complessa fanno parte tecniche quali:
  • Drenaggio linfatico manuale e linfotaping
  • Bendaggio multicomponente
  • Terapia elettromedicale coadiuvante
  • Cura della cute
  • Utilizzo di calze o bracciali elastici
  • Esercizio fisico
  • Controllo del peso corporeo
Il linfodrenaggio è un massaggio superficiale eseguito con specifiche manovre a livello della cute e degli strati sottocutanei che ripristinano il flusso linfatico a livello dei vasi e delle stazioni linfonodali. Il linfodrenaggio costituisce uno dei pilastri nel trattamento del linfedema poiché  mediante questo massaggio manuale, il sistema linfatico viene stimolato meccanicamente: i  linfonodi vengono “svuotati”, pertanto è favorito il drenaggio della linfa stagnante dai tessuti. Lo svuotamento delle stazioni linfonodali migliora il movimento dell’intero circolo linfatico. Per “Linfotaping” si intende l’applicazione sulla cute di un particolare nastro adesivo, avente peculiari caratteristiche, al fine di conseguire un effetto drenante.  garantisce libertà di movimento, ben si combina con le altre tecniche riabilitative, esplica un effetto drenante 24 ore su 24, si può utilizzare anche durante la fase acuta, si applica sopra e lungo il decorso delle vie linfatiche incrementandone il funzionamento, si attiva con il movimento e previene un’eccessiva congestione.
Il bendaggio elasto-compressivo di norma viene utilizzato nei primi trattamenti effettuati per ridurre il volume dell’arto edematoso colpito da linfedema. Il bendaggio si applica di solito al termine delle sedute di linfodrenaggio per mantenere la riduzione di volume che è stata acquisita e per aumentare il riassorbimento di liquidi.
Il linfodrenaggio verrà effettuato dalla nostra specialista di Riabilitazione Oncologica per le donne operate al seno Dott.ssa Lucia Bacciottini.
 
Trattamento manuale osteopatico
Il contributo dell’osteopatia nella cura del paziente oncologico diventa un esigenza fondamentale per contribuire nel miglioramento della qualità dello stile di vita, integrandosi con le cure mediche tradizionali. L’osteopatia non è in grado di influenzare il decorso della malattia, ma può aiutare e sostenere la salutogenesi del corpo.
Il trattamento viene impostato in seguito a una valutazione osteopatica, in cui si valuta il sistema muscolo-scheletrico, il sistema cranio-sacrale e il sistema viscerale. Nella valutazione osteopatica si va ad analizzare i movimenti corporei, la qualità del movimento, lo schema posturale del paziente e a come questo è modificato dal dolore, e la qualità, intensità e fluidità del respiro del paziente. Uno degli obiettivi primari nel paziente oncologico preso in carico dalla nostra Osteopata Fisioterapista Irene Piacenti è quello di aiutare il paziente a reagire alle condizioni di stress a cui è sottoposto con l’evolversi della malattia. Durante la seduta vengono attuati degli accorgimenti terapeutici rivolti a aiutare il paziente nell’ascolto del proprio corpo, aumentando la propria consapevolezza, ricercando una corretta respirazione fisiologica e seguendo e modulando i tempi terapeutici specifici del paziente.
Utile per quei pazienti che hanno sintomi associati alla condizione di fatica correlata alla neoplasia per i quali è difficile gestire le più semplici attività quotidiane. La cura osteopatica è efficace in particolare contro astenia, nausea, vomito, dolori, problemi del sonno e dispnee dovute al trattamento chimico e chirurgico.
Il trattamento consiste in tecniche manuali dolci e non invasive né dolorose per la paziente. I metodi e le tecniche utilizzate sono differenti per ciascuna paziente in relazione alle differenti problematiche e alla  valutazione eseguita in prima seduta. L’obiettivo del  trattamento invece è comune per  tutte  le  pazienti: riequilibrare il sistema nervoso autonomo, riuscire ad avere una migliore consapevolezza corporea, e migliorare il movimento al fine di risolvere ogni restrizione fasciale o disfunzione somatica, risolvendo la sintomatologia algica. Il trattamento osteopatico sostiene la salute del corpo, non concentrandosi sulla disfunzione che impedisce la guarigione, ma piuttosto sulla salute che permane sempre presente (anche se nascosta) ricercando di ripristinare un equilibrio interno e quindi il benessere fisico e mentale.
Per ottenere ciò durante ogni seduta viene trattato il sistema muscoloscheletrico (cervicale e dorsale), il sistema fasciale (torace e diaframma), il sistema  membranoso  e  viscerale. Durante il trattamento viene  posta  particolare attenzione  al  riequilibrio  dei  diaframmi  e in  particolare  del  diaframma toracico  e  del diaframma toracico superiore con la finalità di favorire la corretta omeostasi e ottenere il ripristino della armonia funzionale della struttura. In particolare l’armonizzazione del muscolo diaframma risulta  importante per le sue funzioni legate alla respirazione e come elemento di regolazione meccanica delle  pressioni toracoaddominali. Si eseguono  poi  tecniche  globali  di  riequilibrio  dello  stretto  toracico  superiore  e  delle scapole e di liberazione toracica anteroposteriore, sternocostale e toracoaddominale.
 

Esercizio Terapeutico Specifico Dedicato

Idrokinesiterapia
L’idrokinesiterapia è quella branca della fisioterapia che utilizza le proprietà fisiche dell’acqua a scopo terapeutico e riabilitativo. Ogni seduta riabilitativa è svolta con la presenza di una fisioterapista in acqua specializzata in idrokinesiterapia (Master Idrokinesiterapia dell’Università di Pisa). Ogni esercizio proposto in acqua è adattato alla tipologia del paziente, favorendo i processi di apprendimento e le possibilità di reclutamento di fibre motorie che solo l’ambiente microgravitario e l’attento lavoro individualizzato del fisioterapista possono ottimizzare.
La nostra vasca riabilitativa è disposta su tre livelli di altezza, questo ci permette una grande variabilità di esercizi, ed ha una temperatura di 32°, temperatura riabilitativa ottimale per permettere la diminuzione del tono muscolare e facilitare il rilassamento.
Le sedute saranno di gruppo, questo per permettere la condivisione della nuova condizione, l’accettazione dell’intervento terapeutico e di collaborare insieme e aiutarsi l’un l’altra in modo da ridurre o prevenire il trauma psicologico che l’intervento produce.

Gli obiettivi che ci proponiamo con un lavoro in acqua sono:
  • recupero della percezione del nuovo schema corporeo,
  • accettazione e nuova consapevolezza,
  • riduzione o prevenzione dell’edema dell’arto colpito,
  • prevenzione limitazioni di mobilità dell’arco di movimento dell’arto colpito e della colonna vertebrale,
  • riduzione della pesantezza dell’arto,
  • prevenzione del dolore,
  • prevenzione di neuriti associate,
  • riduzione della fatigue,
  • migliore qualità di vita.
 
Una paziente molto algica o con scarsa acquaticità, può iniziare il lavoro in acqua eseguendo trattamenti personalizzati e specifici di sedute di idrokinesiterapia con un rapporto 1:1 paziente-fisioterapista. In questo modo la paziente viene seguita e guidata dal fisioterapista, eseguendo un trattamento personalizzato e con esercizi proposti appositamente per le sue problematiche. Il primo obiettivo sarà l’adattamento acquatico e la riacquisizione della percezione del nuovo schema corporeo, verrà instaurata una situazione di complicità e affidamento al mezzo acquatico e alle proprie capacità di movimento sotto la guida attenta del fisioterapista.
Quando?
È possibile iniziare la riabilitazione in acqua fin da subito, in base all’indicazione del medico. Gli esercizi proposti varieranno in base alle indicazioni e controindicazioni.
A chi è rivolto?
Ogni paziente eseguirà degli esercizi mirati e personalizzati, per questo è possibile inserire ogni variabile di intervento. La nostra proposta è un lavoro di gruppo, in cui ogni paziente eseguirà il proprio esercizio specifico. Il fisioterapista seguirà le indicazioni del medico e in base alla valutazione funzionale del paziente proporrà l’esercizio più opportuno per il paziente.
 
Pilates terapeutico
Il Pilates Terapeutico verrà eseguito dalla nostra fisioterapista specializzata in Pilates Fisios metodo Silvia Ranieri, e specializzata nella riabilitazione oncologica per le donne operate al seno la dott.ssa Lucia Bacciottini. Negli esercizi proposti si applicano i principi base del Pilates con quelli scientifici della riabilitazione, adattandoli alla specificità della persona. La varietà degli esercizi permette di iniziare in modo leggero e sicuro con un graduale e personalizzato aumento. Questa tecnica tende a sviluppare nella paziente la consapevolezza di quello che sta facendo, del perché lo fa, di quando è opportuno farlo e in quali condizioni; tende a formare la capacità di essere “gestori diretti” delle proprie capacità, modificandole attivamente con proprie valutazioni e indicazioni operative. Viene proposto per ridurre il rischio di aderenze e cicatrici, recuperare la mobilità articolare e riacquistare sicurezza nel proprio corpo e nella capacità di gestire la propria vita, attraverso una visione globale della paziente e della sua unicità.

I tuoi terapisti saranno:

Terapie Fisiche

logo-vital-center-empoli

Terapie Fisiche

La terapia fisica è uno strumento utile e efficace soprattutto quando viene integrata in un percorso specifico dedicato. Ogni terapia fisica viene adattata in base alla richiesta medica e alla fase del programma riabilitativo strutturato per la specificità del paziente.
Le nostre terapie fisiche sono:
  • TECARTERAPIA
  • LASER Nd-Yag
  • ONDE D’URTO
  • IPERTERMIA
  • MAGNETOTERAPIA
  • LASER CO2
  • SIT-THERAPY (idroelettroforesi)
  • PRESSOTERAPIA
  • VACUUMTERAPIA
  • CRIOTERAPIA
  • ELETTROTERAPIA
  • RADARTERAPIA
  • ULTRASUONO
  • RAGGIO ULTRAVIOLETTO

I tuoi terapisti saranno:

Presto disponibili!

Riabilitazione post parto

logo-vital-center-empoli

Riabilitazione post parto

A cosa serve
La riabilitazione post partum ha lo scopo di evitare o ridurre la genesi dei prolassi, dell’incontinenza urinaria e della distasi dei retti addominali. Il post partum infatti, ancor più del prepartum, rappresenta un periodo critico per la donna, soprattutto nelle prime 6 settimane, perché:
  • i retti addominali si riavvicinano per ritornare alla loro distanza originaria,
  • l’utero ritrova il suo volume,
  • il bacino si rimodella.
In questo periodo sarà essenziale che le donne seguano le linee guida comportamentali per la protezione perineale e della fascia addominale:
  • evitare la stazione eretta prolungata,
  • evitare posture che portino il bacino in antiversione,
  • assumere una postura corretta nelle varie posizioni (seduta, eretta, per sollevare oggetti)
  • cercare di evitare di portare pesi o, qualora non fosse possibile, utilizzare schemi corretti per sollevarli e ausili per trasportarli,
  • non effettuare spinte defecatorie scorrette o esagerate,
  • non effettuare spinte minzionali poiché la minzione si effettua mediante rilassamento.
In realtà il periodo di criticità si estende per tutto il periodo dell’allattamento esclusivo poiché, essendoci più produzione di prolattina, sarà più difficile la ripresa della forza perineale.
Trattamenti
I trattamenti proposti nella fase post partum sono:
  • osteopatia
  • fisioterapia
lo scopo della fisioterapia è quello di andare a rinforzare la muscolatura pelvica e la fascia addominale, eliminando il più possibile le variabili negative (iperpressioni addominali) che incidono su di loro. Per far ciò sarà indispensabile che la pz prenda coscienza della zona su cui si dovrà andare  a lavorare, al fine di poterla contrarre selettivamente. Per gestire le pressioni addominali al meglio andremo a porre l’attenzione alla respirazione e alla postura, insegnando alla pz la corretta gestione degli sforzi.
Quando iniziare
Nei primi 8-12 gg dal parto, se non c’è fastidio o dolore, la donna , oltre a massaggiare la cicatrice dell’episiotomia, potrà iniziare a mobilizzare la zona perineale con blande contrazioni per migliorare la vascolarizzazione locale e riprendere coscienza della zona al fine di recuperare la giusta attivazione. Non si tratterà di un vero rinforzo muscolare poiché si dovrà effettuare una contrazione ogni tanto, dato che in questa fase il pavimento pelvico non dovrà mai essere affaticato.
Dalla II alla IV settimana (da estendere alla XII in caso di allattamento esclusivo) si potranno incrementare le contrazioni perineali e da semplice mobilizzazioni si passerà ad un graduale rinforzo, iniziando anche gli esercizi per il trasverso dell’addome.
Dal IV mese si potrà iniziare il vero programma di rinforzo muscolare anche con l’introduzione della ginnastica addominale ipopressiva.
Riabilitazione della diastasi dei retti dell’addome
Prendiamo in considerazione la DIASTASI ADDOMINALE, che ritroviamo durante la gravidanza per l’accrescimento dell’utero nell’addome (comportando uno stiramento della fascia che connette i due retti addominali) e per i cambiamenti ormonali. Solitamente questa situazione si riduce dopo il parto, di pari passo con il riassetto posturale e globale della donna (entro i 12 mesi successivi al parto).
Ipoteticamente se avessimo una struttura completamente libera ed in equilibrio, la gravidanza con le sue modificazioni non comporterebbero necessariamente la formazioni della diastasi addominale intesa come patologia. Tutti gli adattamenti richiesti dalla gestazione avverrebbero in maniera più fisiologica e naturale possibile, così come il riassetto posturale post gravidanza e il parto.
Le situazioni che possono predisporre al PERMANERE di una diastasi addominale di diverso grado sono:
  • PROBLEMI POSTURALI E MOBILITÀ del BACINO e del TORACE (con il diaframma)
  • SQUILIBRIO PRESSORIO tra addome e torace (diaframma si occupa di gestire tre le altre cose le pressioni interne del corpo)
  • RIGIDITÀ e blocchi della COLONNA, in particolare a livello lombare
  • PARTI OPERATIVI o particolarmente DIFFICILI
  • “ATTEGGIAMENTI POSTURALI” SCORRETTI, globali o di alcune parti del corpo, esistenti già prima della gravidanza o conseguenti ad essa
  • FATTORI ORMONALI
  • FATTORI GENETICI per cui la paziente può avere una particolare lassità tissutale
  • ETÀ
  • SOVRAPPESO
Ad essa troviamo spesso correlate :
  • ISTABILITÀ DEL PAVIMENTO PELVICO
  • DOLORI PELVICI DI VARIA NATURA
  • PROLASSI
  • INCONTINENZE
  • DOLORI LOMBARI E/O CERVICALI
  • PROBLEMATICHE INTESTINALI
  • ERNIE OMBELICALI
La diastasi oltre a creare un inestetismo della zona addominale, può generare dolori a livello della zona lombare, anche e bacino, sensazione di gonfiore e peristalsi evidente addominale, sensazione di pesantezza sulla zona perineale, incontinenza urinaria, sintomi digestivi come reflusso. Dobbiamo considerare quindi che la diastasi addominale e le problematiche legate alla sfera uro-ginecologica o muscolo scheletrica nel post gravidanza, sono viste come espressione di una problematica posturale più ampia.
Per stabilizzare la diastasi e ridurre la sintomatologia associata, il fisioterapista andrà a trattare globalmente il corpo della pz (diaframma, bacino, tratto lombare, ecc…) al fine di riequilibrarlo ed eliminare le tensioni che se presenti, potranno aumentare la pressione all’interno dell’addome (iperpressione addominale). Insieme verranno eseguiti esercizi di rinforzo della fascia addominale profonda, del pavimento pelvico ed esercizi posturali.
La fisioterapia NON “ RISOLVE ” questo problema, una volta instauratosi come patologia, ma PUÒ IMPEDIRNE L’AGGRAVAMENTO e soprattutto CORREGGERE IL MECCANISMO CHE NE HA CONTRIBUITO L’INSORGENZA, impedendo che si creino le problematiche funzionali o dolorose sopracitate.
Alla stessa maniera le tecniche riabilitative  sono efficaci per rendere più elastica e ammortizzante la struttura (il contenitore) in modo da ristabilire una corretta pressione a livello addominale, oltre che ridare maggiore equilibrio al bacino e al torace.
La gravidanza rimane comunque uno dei maggiori e più importanti fattori predisponenti alla diastasi addominale, in quanto vi è un aumento di pressione addominale e inoltre i contenitori bacino, addome e torace sono sottoposti a numerose sollecitazioni e modificazioni (meccaniche e ormonali). Il diaframma modifica la sua “posizione” influenzando le pressioni interne del corpo, non solo nell’addome ma anche a livello toracico. Cosa succede se aumentiamo la pressione all’interno di un contenitore? Questa tenderà a sfogare nelle zone in cui le pareti sono meno resistenti, tanto più il contenitore stesso presenterà meno capacità di adattamento ( maggior rigidità).
 

I tuoi terapisti saranno:

Presto disponibili!

Riabilitazione oncologica

logo-vital-center-empoli

Riabilitazione oncologica

Che cosa è?
La riabilitazione oncologica può migliorare notevolmente la qualità di vita del paziente sia durante il percorso terapeutico sia quando il tumore è vinto o è sotto controllo.
Molti dei pazienti sottoposti a terapie specifiche per la neoplasia presentano disabilità derivate proprio dai trattamenti subiti, con gravi ripercussioni sia sul piano sociale che su quello personale. E’ nata quindi l’esigenza di offrire a tali pazienti una terapia riabilitativa che sia in grado di affrontare le problematiche legate alla loro qualità di vita ed al pieno recupero delle loro potenzialità relazionali e psico-fisiche. Le disabilità che presentano i pazienti oncologici sono varie e complesse e si manifestano sul piano fisico, relazionale, psicologico e sociale.
Esistono raccomandazioni ministeriali sull’importanza della riabilitazione in campo oncologico, ed è noto come un evento neoplastico, è spesso responsabile di sequele sia psicologiche che funzionali.
Gli obiettivi sono diversi in base alla specificità del paziente, al tipo di neoplasia, allo stadio e alla fase della malattia, alle comorbidità, alle concomitanze delle complicanze insorte, alle aspettative e motivazioni del paziente, al contesto familiare e sociale. Per la diversità dei quadri patologici, la varietà della storia naturale della malattia e la molteplicità degli esiti che si possono presentare, verrà strutturato in accordo con il medico oncologo specialista, il medico di famiglia ed il fisiatra, il Progetto Riabilitativo Individuale.
Il Progetto Riabilitativo proposto sarà specifico e individualizzato in base al paziente, e le proposte terapeutiche varieranno in base agli obiettivi proposti nel momento della valutazione medica fisiatrica. Il nostro medico fisiatra si occuperà di creare una stretta collaborazione con tutte quelle figure professionali che concorrono alla presa in carico del paziente in rapporto alle sue esigenze derivanti dalle disabilità da trattare, quindi del medico oncologo specialista e dei terapisti a cui affiderà il trattamento più indicato. Possono far parte dell’equipe riabilitativa diverse figure professionali a seconda della necessità rilevate a seguito alla valutazione medica e fisioterapica (neurologo, cardiologo, dietologo, ortopedico, logopedista etc.). La valutazione medica ha il compito di stabilire l’idoneità al trattamento riabilitativo escludendo la presenza di controindicazioni e di analizzare i bisogni riabilitativi del paziente in funzione dello stato della malattia e delle disabilità rilevate.
I trattamenti che avranno una priorità per questa tipologia di pazienti sono: il trattamento manuale osteopatico e l’esercizio specifico dedicato.
Uno degli effetti avversi più comuni legati alla malattia oncologica è la Fatigue Cancro Correlata, ovvero la presenza di una sensazione soggettiva, stressante, persistente di stanchezza o spossatezza correlata al cancro o al suo trattamento, non proporzionale all’attività eseguita, che interferisce con le abituali attività e che spesso non è alleviata dal sonno o dal riposo. Il trattamento osteopatico viene integrato al trattamento della medicina tradizionale con lo scopo di sostenere l’autoguarigione del corpo, aumentandone la consapevolezza corporea, e promuovendo i cambiamenti comportamentali che portano alla gestione della self-care management.
L’esercizio fisico adattato e specifico rappresenta un’ulteriore strategia con i più elevati livelli di evidenza in merito all’efficacia dell’intervento nel ridurre la Fatigue Cancro Correlata. Gli esercizi proposti variano e vengono specificamente modulati in base al paziente. Tra le proposte saranno preferiti quegli esercizi che integrano un lavoro di ricondizionamento motorio adattato alle abilità residue del paziente, con un lavoro di aumento di elasticità e consapevolezza motoria. Il movimento verrà sempre associato a una respirazione, educando il paziente a ritrovare il proprio respiro vitale. La tipologia di esercizio potrà essere effettuata in seduta singola o in gruppi specifico dedicati e potrà variare tra:
  • Pilates Terapeutico
  • Idrokinesiterapia
  • Stretching dinamico e respirazione
  • Neurac Proprioceptive System.
Quando serve?
La riabilitazione oncologica si può suddividere su due momenti:
  • Quando il paziente è nell’immediato dell’evento, si parla quindi di riabilitazione immediata. Si svolge nel corso del trattamento (chirurgico, chemioterapico, radioterapico) e serve a recuperare la validità fisica e a venire incontro alle difficoltà che il tipo di intervento comporta. Il paziente verrà supportato nel post intervento per ottimizzare il recupero funzionale, migliorare l’autonomia e favorire il reinserimento del paziente nel suo contesto socio-familiare. Nel caso in cui il paziente viene sottoposto a un intervento chirurgico, in base alla zona operata, verrà supportato nel recupero post-operatorio, integrando le diverse specializzazioni dei nostri fisioterapisti, con l’obiettivo di recuperare l’articolarità, la motricità e la funzionalità residua. Beneficiano della riabilitazione anche i pazienti sottoposti a chemioterapia o radioterapia che incontrano difficoltà legate agli effetti collaterali, o quei pazienti in fase avanzata, per esempio i pazienti con metastasi ossee che hanno bisogno di supporti e di training per adeguare le abilità motorie residue alla condizione in cui si trovano.
  • Quando il paziente ha superato l’evento ma presenta ancora degli esiti, e quindi necessita di un aiuto per un recupero ottimale e un ritorno naturale alle sue attività quotidiane. Si tratta di un programma riabilitativo di prevenzione terziaria con il fine di ridurre le complicanze e i problemi posti dalla patologia e dalle sequele di un trattamento anche nel cronico. È il caso delle donne operate per tumore al seno a cui vengono rimossi i linfonodi ascellari e che vanno incontro alla formazione di linfedemi negli arti superiori, oppure per quei pazienti operati agli arti o all’area della testa e del collo (molto critica per la deglutizione e l’articolazione del linguaggio) o a interventi ginecologici o alla prostata in cui risulta compromesso il controllo degli sfinteri.
A chi è rivolta?
E’ rivolta a tutti quei pazienti che nell’immediato o nella cronicità hanno dei sintomi aggravati o sopraggiunti in seguito o in corso al trattamento della neoplasia. Modulando e differenziando in base alla specificità del paziente è un valido aiuto per quei pazienti che hanno:
  • perdita dell’autonomia nelle attività quotidiane
  • difficoltà alla deambulazione
  • deficit funzionalità di un arto
  • dolore e problemi muscolo-scheletrici insorti con la terapia (post-chirurgia, post-radioterapia, post-chemioterapia), associati alla immobilizzazione prolungata o alla presenza di cheloidi o aderenze cicatriziali
  • problematiche agli sfinteri, incontinenza
  • disturbi respiratori
  • compromissione della fonazione e della deglutizione
  • linfedema
  • menomazioni neurologiche
  • sindrome da inattività /astenia (Fatigue Cancro Correlata), la sindrome di affaticamento cancro correlata influenza non solo la fisiologia del paziente, ma ha anche un impatto notevole sulla qualità della vita
  • disturbo del sonno
  • perdita di appetito
  • riacutizzazione dei problemi muscolo-scheletrici antecedenti alla malattia.
Le patologie oncologiche che necessitano la presa in carico con la riabilitazione oncologica sono soprattutto il tumore alla mammella, le metastasi ossee, il tumore colon-retto, il tumore alla prostata, i tumori del distretto cervico-cefalico, linfoma di Hodgkin, i tumori che hanno necessitato di un lungo periodo di allettamento.

I tuoi terapisti saranno:

Presto disponibili!

Rieducazione posturale Globale

logo-vital-center-empoli

Rieducazione Posturale Globale

Che cos’è
E’ un importante e rivoluzionario metodo riabilitativo che nasce da studi, ricerche biomeccaniche e neurofisiologiche del Professor Philippe E. Souchard, docente di fama internazionale che ha creato ed elaborato la Rieducazione Posturale Globale nel 1980.
La Rieducazione Posturale Globale è una metodica riabilitativa di valutazione, diagnosi e trattamento delle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico. L’R.P.G. ha come obiettivo finale il ripristino globale dell’equilibrio statico e dinamico del corpo, compromesso per l’intervento di spontanei meccanismi di difesa contro aggressioni esterne.
Il trattamento è qualitativo, basato su posture di stiramento progressivo attivo dei muscoli antigravitari (statici e di natura fibrosa), interamente gestite dal terapeuta con la partecipazione attiva del paziente. L’R.P.G. studia il paziente con il sintomo e risale alla causa del dolore ed elimina i compensi messi in atto durante gli anni di sofferenza. Curando la causa del dolore, si risolve il sintomo, e soprattutto si porta alla presa di coscienza e alla capacità di mantenere le correzioni e di non avere recidive.
La Rieducazione Posturale Globale si basa su tre principi fondamentali:
– INDIVIDUALITA’ Ogni individuo è uguale solo a sé stesso. Per questo non esistono protocolli, il trattamento è basato sull’unicità del paziente. Il fisioterapista studia il paziente, studia i suoi adattamenti e in base a questi adatterà il trattamento.
– CASUALITA’ Il trattamento correttivo non va a curare solo il sintomo, ma ricerca la causa che ha portato al sintomo. Lo studio attento del paziente, biomeccanico e non solo, riesce sistematicamente a risalire alla causa del dolore, eliminando tutti gli atteggiamenti antalgici e i compensi meccanici che si instaurano nel tempo in maniera automatica e incosciente.
– GLOBALITA’ L’approccio della terapia è “globale” poiché gli stiramenti imposti si propagano fino alle estremità degli arti e durante la stessa postura vengono messi in tensione tutti i muscoli retratti interessati da una lesione. Per ricreare l’equilibrio perduto è necessario lavorare attivamente su tutta la struttura osteomuscolare del rachide, degli arti superiori ed inferiori strettamente correlati ad esso.
La Rieducazione Posturale Globale agisce attraverso l’utilizzo di posture di stiramento, attive, adeguate all’individualità del soggetto portatore di patologia, o di alterazioni morfologiche siano esse paramorfiche che dismorfiche. La peculiarità di tale metodo riabilitativo è restituire alla struttura l’equilibrio perso, puntando sulle tensioni neuromuscolari ed introducendo un lavoro essenzialmente attivo, globale, qualitativo.
Le sedute vengono svolte dal nostro fisioterapista specializzato in RPG dott. Gaetano Veca.
A chi è rivolto?
E’ una metodica dolce e progressiva applicata a bambini, adulti o anziani, con partecipazione attiva del paziente.
  • Algie vertebrali croniche o acute
  • Spondiloartrosi, ernia al disco, lombalgie
  • Problemi strutturali di deviazioni e deformazioni ortopediche nell’adulto e nel bambino
  • Scoliosi, iperlordosi, ipercifosi, ginocchia valghe o vare, piedi piatti o cavi
  • Dolori e patologie degli arti superiori e inferiori
  • Coxartrosi, gonartrosi
  • Squilibri vertebrali cervicali, dorsali, lombari
  • Problemi respiratori causati da una meccanica alterata
  • Riequilibrio nello sportivo.
Quante sessioni sono necessarie
Dipende dal grado degli squilibri e dei sintomi nonchè dall’anzianità degli stessi. E’ certo tuttavia – e l’ormai consolidata sperimentazione lo conferma – che, dopo le prime tre/quattro terapie, il paziente consegue un manifesto beneficio. Il trattamento ha effetti durevoli? Ottenuto con la terapia il riequilibrio e l’armonizzazione delle strutture, il sintomo si risolve con la presa di coscienza del corretto schema corporeo; il trattamento deve tuttavia proseguire per un tempo sufficiente perché i nuovi riflessi propriocettivi possano essere integrati e definitivamente acquisiti.
 

Il tuo terapista sarà:

  • Go to page 1
  • Go to page 2
  • Go to page 3
  • Go to Next Page »

Footer

VITAL CENTER Srl – P.iva 04306200488
Via Pacinotti, 15/B – Empoli (FI) 50053
Tel. 0571924797

Copyright © 2023 · by dooid.eu · magazine.dooid.it

  • Home
  • Fisioterapia e riabilitazione
  • Neuropsichiatria Infantile
  • Mantenersi sani
  • Gravidanza e nascita
  • Chi siamo
  • Carta dei servizi
  • Lavora con noi