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Fisioterapia - Riabilitazione - Neuropsichiatria infantile

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Riabilitazione integrata

Paralisi facciale

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Paralisi facciale

I tuoi terapisti saranno:

Che cosa è una paralisi facciale?

Si parla di paralisi facciale quando viene a mancare il controllo dei muscoli preposti alla mimica facciale. Si tratta di un disturbo di natura neurologica dovuto all’alterazione funzionale del nervo facciale, il VII nervo cranico.

Come si manifesta?

I sintomi più frequenti sono l’occhio sbarrato (difficoltà nel chiuderlo), l’abbassamento dell’angolo della bocca, difficoltà a realizzare espressioni facciali e a sorridere. Può manifestarsi, in alcuni casi, la scialorrea (cioè la perdita della saliva), non si riesce a deglutire bene e può succedere che si presenti la piega naso labiale piatta. Altro sintomo comune è l’alterazione della lacrimazione: l’occhio può essere secco o lacrimare eccessivamente.

Quanto dura?

E’ difficile da stabilire, le tempistiche variano da soggetto a soggetto e la terapia può andare avanti dai 2 agli 8 mesi. A volte il paziente arriva in fase acuta, ma nella maggior parte dei casi il trattamento insiste su situazioni croniche.

Quali sono le cause?

L’alterazione funzionale del nervo facciale può dipendere da un’infezione o da un trauma cranico, da un tumore, o può essere la conseguenza di ictus.

Diversi tipi di paralisi facciale

Oltre alle paralisi congenite ereditarie, ci sono quelle acquisite ed è su queste che ci concentriamo al Vital Center. Tra le più frequenti troviamo le infiammatorie, le traumatiche e le tumorali.
La paralisi di Bell è la principale causa di paralisi. E’ conseguenza di un’infiammazione o compressione del nervo facciale che può avere origine virale. Si manifesta principalmente nei periodi più caldi o freddi dell’anno: lo sbalzo termico è una possibile causa scatenante. Tra i primi sintomi figura il formicolio, un fastidio non definitivo al lato della testa. Fortunatamente, la paralisi di Bell se trattata adeguatamente è una condizione da cui è possibile recuperare completamente.
Le paralisi traumatiche sono in genere causate da un incidente. In questo caso il percorso verso la riabilitazione è differente. Il paziente affronta un intervento chirurgico: si dovrà lavorare anche sulla cicatrice.
Anche le paralisi per cause tumorali sono sottoposte ad intervento. Bisogna valutare il tipo di danneggiamento del nervo e solo in seguito definire il percorso terapeutico da affrontare.

Come si diagnostica la paralisi facciale?: Il primo step

Sono fondamentali un accurato esame obiettivo, una scrupolosa anamnesi ed una visita neurologica che viene effettuata da parte della dottoressa Claudia Martini, fisioterapista esperta in riabilitazione neurologica. Si testano le facoltà motorie collegati ai muscoli del volto del paziente e si raccolgono tutti i dati legati alla condizione in corso.
Vengono controllati i muscoli deficitari, si compila una scheda e si elencano i muscoli interessati dalla paralisi, specificandone il grado di lesione.

La terapia: come si cura

Non ci si occupa solo di rieducare i muscoli del volto o di ripristinare la mimica facciale. Oltre al risvolto fisico c’è quello psicologico che non va trascurato. Quando si ha un difetto al volto viene spontaneo nascondersi dietro ad un atteggiamento di chiusura. Ecco perché è utile, inoltre, valutare un intervento posturale.

Trattamento riabilitativo degli esiti delle paralisi del VII nervo cranico

Esistono diverse tecniche. Alla Facilitazione Neuromuscolare Propriocettiva (chiamata comunemente Kabat ) si affiancano massaggi (sul volto, dall’interno della bocca, toccando tutti i muscoli che si presentano contratti) e gli esercizi posturali. Laddove necessario il paziente viene sottoposto ad esercizi di fonetica con la logopedista. E’ sicuramente importante lavorare sull’equilibrio dei muscoli, in maniera armonica, sena sforzarne alcuni o farne lavorare poco altri.

Come interviene l’osteopatia sulla paralisi facciale

Si lavora sul drenaggio dei seni venosi per modulare e detendere le membrane intracraniche. In questo modo lavoriamo sulla stasi che normalmente si crea nell’area mastoidea e che potrebbe comprimere il nervo facciale.

Il trattamento manuale

Il trattamento manipolativo osteopatico utilizza tecniche linfatiche, tecniche fluidiche e tecniche craniali per riequilibrare le disfunzioni che ci possono essere a livello craniale, a livello maxillofacciale e a livello dell’articolazione Temporo-Mandibolare. Tutto questo senza dimenticare la globalità del corpo, offrendo uno sguardo d’insieme. Si lavora per la riduzione delle restrizioni dei diaframmi corporei e quindi per facilitare l’omeostasi.

L’unione di due approcci: la riabilitazione integrata

Dopo aver valutato il paziente, le dottoresse Claudia Martini e Irene Piacenti decidono la frequenza dei trattamenti osteopatici, con un programma riabilitativo specifico e personalizzato. I due approcci, quello osteopatico e quello neurologico, si sposano perfettamente. Col primo si lascia fluire e “digerire” quello che viene fatto col secondo. Soprattutto quando la paresi è in seguito ad un intervento chirurgico, risulta fondamentale per il buon esito del trattamento, la riabilitazione osteopatica. In questo caso una particolare attenzione viene data alle cicatrici sulle quali si interviene con massaggi specifici.

fibromialgia cure

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PROGETTO
“Io non sono la fibromialgia”

Quello che sappiamo sulla fibromialgia

La sindrome fibromialgica è una patologia in costante aumento, difficile da riconoscere e della quale, purtroppo, sappiamo ancora poco. Ne sono affetti circa il 5% della popolazione, colpisce di più le donne ma non risparmia gli uomini (il rapporto è 4:1). Possono esserci patologie associate, come l’artrite reumatoide, il lupus, o altre connettiviti e per questo i quadri con cui si presenta possono essere molto diversi tra loro.
 

Sintomi e cause delle fibromialgia

La fibromialgia è caratterizzata da dolore muscolo scheletrico diffuso e continuativo nel tempo (almeno 3 mesi), accompagnato anche da altri sintomi come ad esempio  disturbi del sonno, affaticamento, stanchezza fisica e mentale, difficoltà di concentrazione. Esiste certamente una familiarità, anche se non sono noti i precisi meccanismi di trasmissione.
In una prima fase, tutti questi sintomi nel paziente non sono riconducibili a nessuna patologia e gli esami diagnostici prescritti dal medico non mostrano nessuna alterazione della salute.

Cosa succede allora?

La diagnosi di fibromialgia

Frequentemente  la fibromialgia è diagnosticata tardi,  e solo alla fine di un percorso fatto di anni di visite specialistiche, di consulti ortopedici e chirurgici. Il paziente, quasi scoraggiato, sembra rassegnarsi al dolore in attesa di una spiegazione per i suoi disturbi e, solo dopo vari esami negativi, per esclusione, arriva la diagnosi di fibromialgia. Inoltre ci sono tanti segni e sintomi diversi che possono essere equivocati e confusi con problematiche psicosomatiche. Generalmente rivolgendosi al reumatologo e facendo le indagini necessarie  si arriva ad una diagnosi.
 

Una sindrome invalidante

Il dolore e la stanchezza sono tra i sintomi principali della fibromialgia. Dolori alla schiena, al collo, alle ginocchia, stanchezza cronica: la fibromialgia è una malattia invalidante che mette a dura prova anche  il ruolo acquisito in famiglia, sul lavoro, nella società.  Il dolore sembra diventare protagonista della vita e intanto il livello di stress aumenta. Il paziente sente di avere perso la propria dignità, viene travolto dalla malattia e si sente incompreso.
 

“Io non sono la fibromialgia”

Quando la diagnosi è conclamata, è bene essere consapevoli che la vita continua e che i può, anzi si deve imparare a convivere con la fibromialgia. E’ sbagliato ripetersi “Non guarirò mai”.. le persone fibromialgiche non sono la fibromialgia!.
Il nostro progetto è un percorso di cura: si lavora per offrire al paziente gli strumenti per tornare a stare bene. E’ un percorso strutturato da affrontare piano piano, per fare in modo che la situazione migliori ed il corpo recuperi nuove risorse.
 

Intervenire sì, ma come?

E’ importante sottolineare che tutti i sintomi ricorrenti e le alterazioni legate alla patologia siano potenzialmente correggibili e reversibili. Come trattiamo la fibromialgia al Vital Center?
 

L’approccio multidisciplianare

La filosofia è quella di non lavorare sul sintomo: il problema è globale:  C’è la sfera fisica,  quella psicologica e ci sono le abitudini di vita come gli aspetti nutrizionali.
I malesseri sono tutti connessi tra loro ed un approccio multidisciplinare permetterebbe al paziente di prendersi cura di ogni singolo aspetto andando ad ottenere un unico, importante, risultato: imparare a convivere con la fibromialgia.
La persona affetta da sindrome fibromialgica entra in un circolo vizioso dove dolori e sintomi negativi diventano cronici. Questi aspetti possono causare differenti effetti sulla persona che possiamo gestire grazie all’unione del lavoro di linfodrenaggio, tecniche manuali sulla regolazione del sistema nervoso autonomo, tecniche di respirazione e rilassamento. Il nostro approccio prevede un intervento attraverso il linfodrenaggio, il trattamento osteopatico, l’esercizio terapeutico a basso impatto (un esercizio dolce, che rispetta il dolore), la riabilitazione in acqua (l’assenza di gravità favorisce il rilassamento muscolare),  le tecniche yogiche.
 

Riabilitazione integrata

Nel progetto dedicato alla fibromialgia la riabilitazione integrata è la chiave di una buona riuscita. Abbiamo deciso di metterci insieme, creare un vero e proprio team di professionisti a supporto del paziente.
“Io non sono la fibromialgia” è un progetto di rete, di integrazione tra specialisti diversi uniti in un unico obiettivo: mettere a disposizione la propria esperienza per curare questa malattia.
 
 

Primo step: la valutazione

Il progetto parte con una valutazione: quella con il reumatologo (se la persona non ha un reumatologo di fiducia che ha già dato indicazioni in merito) o quella osteopatica, ma è comunque il paziente che sceglie.
In base alla valutazione inizia il percorso personalizzato.
 

Secondo step: il piano terapeutico

Viene strutturato un piano terapeutico in base alla situazione del paziente e dei suoi bisogni. In base a questo, viene deciso quali trattamenti proporre.
 

L’obiettivo

E’ difficile seguire un protocollo standard. Il tipo di percorso è personalizzato e dipende molto dal caso specifico del paziente. L’obiettivo comunque è quello di recuperare in ogni caso un equilibrio corpo-mente e dare nuovi strumenti al paziente per stare meglio. 
 

Chi siamo e cosa facciamo

Anamnesi, informazione, valutazione funzionale, analisi dei sintomi e questionario specifico sulla fibromialgia: questi sono gli step che precedono la riabilitazione.
 

Un’alimentazione corretta con Daniela Bagnoli, biologa nutrizionista e dietista

Per tornare a un benessere psico-fisico è necessario essere educati ad una alimentazione corretta, imparare a nutrirsi. Quali sono le tue abitudini alimentari? Sapevi che per la fibromialgia un piano nutrizionale corretto è fondamentale?
Alcuni studi hanno portato in evidenza la correlazione tra l’eccesso di assunzione di fruttosio e la manifestazione importante del dolore nel soggetto fibromialgico. Quando si assumono tanti alimenti che contengono fruttosio, questo segue delle vie di smaltimento alternative che possono generare un aumento della componente algica. Ecco perché seguire una dieta priva di fruttosio (che verrà poi gradualmente reintrodotto), per depurarsi, è importante. 
Dopo un’accurata valutazione sullo stile di vita dal punto di vista delle corrette abitudini alimentari, sarà attivato un piano nutrizionale personalizzato. 
 

Mindfulness e psicoterapia con la psicologa psicoterapeuta Tania Marsili

La sindrome fibromialgica può generare sofferenza a chi ne è affetto, sentimento di inaiutibilità e incomprensione. Il dolore può creare ansia e credenze negative o mettere in allarme, portando a ridurre e eliminare attività che possono (o si teme che possano) evocarlo o peggiorarlo.
 
  • Sai cos’è il mindfulness? Una tecnica derivante dalla millenaria cultura orientale buddista per acquisire consapevolezza di sé e della realtà che ci circonda. Significa imparare a stare nel presente e viverlo pienamente senza farsi ostacolare dai ricordi del passato né dalle preoccupazioni del futuro, per questo ha ottimi risultati provati scientificamente in ambito medico terapeutico su ansia, depressione, e altre sintomatologie correlate allo stress.
    Il programma ha una durata di otto settimane, periodo in cui è previsto un incontro di gruppo settimanale della durata di circa due ore. Si prevede una prima parte di meditazione e un’ultima di condivisione delle esperienze vissute durante la pratica. E’ previsto anche un lavoro individuale eseguito a casa quotidianamente.
  • Psicoterapia Cognitivo Comportamentale: a cosa serve? Il trattamento è indicato per affrontare i disturbi psicopatologici. Si basa sul presupposto che esiste una stretta relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti. Per la psicoterapia cognitivo comportamentale, infatti, i problemi emotivi sono influenzati dalle azioni e dalle esperienze del vissuto.

 

Osteopatia con Irene Piacenti

  • Il trattamento manuale osteopatico è una metodica di trattamento efficace nell’affrontare pazienti con fibromialgia. Sostiene il corpo nell’autoregolazione, migliorando l’ipersensibilità al dolore, modificando l’iperattività neurovegetativa presente nella fibromialgia, e aiuta a recuperare la mobilità tissutale. L’approccio biodinamico è dolce, delicato e rispettoso, utilizzando il tocco necessario per il paziente fibromialgico. Ogni trattamento si rivolge alla specificità del paziente e mira al sostegno della salute e al recupero di un respiro sistemico e fluido.
  • Risveglio dei diaframmi Il punto di partenza è l’unicità del corpo e la sua naturale capacità di autoguarigione. I diaframmi corporei sono 5 e attraverso il respiro e una specifica mobilizzazione possono essere risvegliati. Risveglio dei diaframmi è un corso di gruppo di respiro e movimento consapevole. Un’educazione verso il sentire e il percepire il proprio corpo, per scoprire il proprio respiro modificarsi e ritrovare un respiro più fluido e profondo.
 

Il somatic bodywork con l’esperta in educazione somatica Mery Di Milia

Chi prova dolore cronico entra in un circolo vizioso: tende a contrarsi maggiormente, ad avere paura di altro dolore: questo atteggiamento di chiusura e di stress non agevola né il corpo né la mente.
  • Che cos’è il Somatic Bodywork? L’educazione somatica è quella disciplina che accompagna la persona alla ricerca di risorse utili ad alleviare le risposte fisiologiche allo stress e a sostenere l’autonomia e la vitalità.
  • Quali sono i benefici? Attraverso un tocco manuale specifico, si educa il corpo a reagire allo stress. Si fanno esercizi guidati che aiutano a ridurre la tensione e a rilasciare lo stress. Si impara un utilizzo consapevole e mirato della respirazione.
 
Mery si avvale di un contatto delicato per guidare il rilascio di tensione e dolore. Lavora sul paziente fibromialgico che a forza di sentir dolore è come “congelato”, le aiuta nella regolazione del sistema nervoso autonomo tramite tecniche manuali e sedute di rilassamento.
 

La riabilitazione fisioterapica con la specialista in fibromialgia Lucia Bacciottini

 
  • Linfodreaggio manuale per pulire i tessuti.
  • Pilates fisios per tornare a muoversi. Un approccio al movimento che deriva dalla metodica Pilates, unito alle conoscenze anatomoscientifiche della medicina riabilitativa. Un educazione al movimento. Attraverso esercizi specifici e individuali, il paziente torna a essere consapevole di quello che fa, di come si muove il suo corpo nello spazio. Queste tecniche utilizzano l’esercizio come strumento terapeutico a livello globale.
 

La riabilitazione in acqua con Lizeta Zace e Veronica Boni

Nell’ambiente acqua il paziente fibromialgico può finalmente muoversi liberamente in assenza di dolore. Con un programma specifico di esercizi individualizzati che sfruttano le proprietà benefiche dell’acqua.

 

Yoga Kundalini con l’insegnante Luisa Berterame

  • Che cos’è il kundalini? Definito yoga della consapevolezza, è una disciplina che trae origine da un’antica scienza yogica indiana, tramandata da oltre 4.000 anni. Integra movimento, respirazione, postura, posizioni delle mani (mudra), vibrazione di suoni sacri (mantra), rilassamento e meditazione.
 
  • Come può essere di supporto lo yoga kundalini? Intervenendo sulla rigidità del paziente fibromialgico con esercizi di allungamento, stiramento e rilassamento. Aiutando con sequenze per l’equilibrio ormonale e neurovegetativo attraverso tecniche di respirazione, attraverso la meditazione. Calmando lo stress che si crea nella convivenza con la sensazione di stanchezza e dolore tipica di questa patologia. Le posizioni e gli esercizi sono dolci e lenti ma di gran sostegno agli approcci terapeutici. Il kundalini migliora la condizione fisica, mentale ed emotiva ed è estremamente adattabile a ogni tipo di paziente.

 

I tuoi specialisti saranno:

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Progetto post mastectomia

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Progetto post mastectomia

I tuoi terapisti saranno:

Dopo l’operazione: i sintomi comuni
La sensazione è quella di avere “un cuscinetto, una compressa di cotone, un cartone duro sotto l’ascella, un qualcosa di non appartenente al proprio corpo”. Ci sono dolore, fitte, formicolii, intorpidimento, pesantezza del braccio e/o dell’avambraccio. Costrizione e dolore alla ferita, all’ascella e al torace.  Come intervenire per allievare i sintomi post operatori della mastectomia?

Trattare gli esiti della mestectomia
Al Vital Center utilizziamo la riabilitazione integrata. Uniamo, cioè, la parte manuale (drenaggio linfatico terapia manuale osteopatica) con l’attività fisica.

La nostra proposta terapeutica
La nostra proposta è un percorso riabilitativo che vede l’integrazione delle terapie manuali ed osteopatiche all’ESERCIZIO SPECIFICO DEDICATO ovvero alla RIABILITAZIONE IN ACQUA (idrokinesiterapia) e al PILATES TERAPEUTICO. Il movimento attivo in acqua è importante per poi arrivare, in modo progressivo, agli esercizi di pilates terapeutico.

Cicatrici e linfedema
Disfunzioni e complicanze, come trattarle? Per le cicatrici ed il linfedema (gonfiore, senso di pienezza e pesantezza del braccio interessato, difficoltà ad alzare l’arto, irrigidimento della pelle, riduzione della capacità motoria) non esiste una cura risolutiva. Le pazienti però devono seguire un preciso programma terapeutico per ridurre i disturbi funzionali determinati dalla patologia, raggiungendo il recupero della mobilità dell’arto superiore.  Ecco che, in questo caso, l’unione del linfodrenaggio alla parte osteopatica risulta fondamentale.

Il drenaggio linfatico
E’ un massaggio superficiale eseguito con specifiche manovre sul piano della cute e degli strati sottocutanei che ripristinano il flusso linfatico a livello dei vasi e delle stazioni linfonodali. Mediante questo massaggio manuale, il sistema linfatico viene stimolato meccanicamente. Verrà effettuato dalla nostra specialista di Riabilitazione Oncologica per le donne operate al seno, la dottoressa Lucia Bacciottini.

Trattamento manuale osteopatico
Il contributo dell’osteopatia nella cura del paziente oncologico diventa un’esigenza fondamentale per supportare il miglioramento della qualità dello stile di vita, integrandosi con le cure mediche tradizionali. L’osteopatia non è in grado di influenzare il decorso della malattia, ma può aiutare e sostenere la salutogenesi del corpo.
Le tecniche manuali effettuate dall’osteopata fisioterapista Irene Piacenti sono dolci, non invasive né dolorose per la paziente e differenti per ciascuna persona in relazione alla valutazione eseguita in prima seduta.

Gli obiettivi del trattamento terapeutico
  • Aiutare la paziente a reagire alle condizioni di stress a cui è sottoposto con l’evolversi della malattia.
  • Riequilibrare il sistema nervoso autonomo
  • Riuscire ad avere una migliore consapevolezza corporea
  • Recuperare e migliorare la mobilità dell’arto superiore
  • Migliorare i movimenti globali.
Le cure sono efficaci anche contro astenia, nausea, vomito, dolori, problemi del sonno e dispnee dovute al trattamento chimico e chirurgico.

Da sapere
E’ possibile effettuare questo tipo di percorso riabilitativo anche in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale. 
 
 

Scopri di più sul percorso riabilitativo
post mastectomia di Vital Center!

Approfondisci

Riabilitazione politraumi

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Percorsi personalizzati per pazienti politraumatizzati

Che cosa è il politrauma?

Lo dice la parola stessa: più lesioni traumatiche in diverse parti del corpo. Succede a seguito di un incidente stradale, una caduta, o un grave incidente domestico, ad esempio.

Il miglior modo per approcciarsi al paziente politraumatizzato è la riabilitazione integrata!

I tuoi terapisti saranno:

Il percorso che affrontiamo al Vital Center è personalizzato. La presenza di lesioni diverse (fratture, contusioni, lesioni muscolari, lesioni nervose) in sedi corporee diverse, impone la necessità di un programma riabilitativo focalizzato, infatti, sul singolo paziente.

Un centro di alto livello


La possibilità di avere molti strumenti e opzioni terapeutiche, rende il nostro centro una struttura sanitaria di alto livello
. L’equipe riabilitativa si confronterà per sviluppare il percorso terapeutico migliore per il recupero della funzionalità di ogni paziente.
 

Come trattiamo il politrauma al Vital Center

In particolare, nel caso specifico del politrauma, le terapie proposte sono solitamente le seguenti, che vengono sapientemente integrate al fine di garantire al paziente il migliore trattamento riabilitativo possibile:
 
  • Terapia manuale e osteopatia
  • Terapie Fisiche (tecarterapia, laserterapia ad alta potenza, ultrasuonoterapia, elettroterapia)
  • Idrokinesiterapia (riabilitazione in acqua)
  • Rieducazione funzionale e rinforzo muscolare in sala riabilitativa, associata ad elettrostimolazione con Compex
In abbinamento al percorso descritto abbiamo la possibilità di inserire anche:
  • Riabilitazione neurologica in caso di lesioni nervose o problematiche neuromotorie associate
  • Trauma recovery un approccio specifico dedicato alla risposta neurofisiologica dello stress causato dal trauma
  •  Visita medica e supervisione del programma riabilitativo con i nostri specialisti: Fisiatra e Ortopedico
 
Importante da sapere è che è possibile effettuare questo tipo di percorso riabilitativo anche in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale. 

Chiamaci per avere informazioni!

    Capsulite adesiva

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    SOS Mal di Spalla

    Improvvisamente la spalla fa male, non ti muovi. Eppure non hai fatto esercizio fisico o sforzi particolari. Ma il dolore è così forte che non riesci più a dormire.

    È successo anche a te?
    Se la risposta è si, probabilmente sei stato colpito da capsulite adesiva
    detta anche (e non a caso) spalla congelata.

    Il tuo terapista sarà:

    Che cosa è la capsulite adesiva?
    Si tratta di una patologia infiammatoria dei tessuti molli dell’articolazione scapolo-omerale, che comporta dolore e una tipica riduzione del movimento della spalla, su tutti i piani.

    Che cosa succede con la capsulite adesiva?
    I tessuti molli che circondano l’articolazione perdono progressivamente elasticità e si irrigidiscono.

    Spalla congelata: ecco le cause
    La sedentarietà, uno stile di vita e lavorativo routinario nei movimenti, un gesto ripetuto e usurante. Queste sono le cause più comuni della capsulite adesiva. Può essere una complicanza di una frattura omerale o di un intervento alla cuffia dei rotatori. C’è, inoltre, una correlazione con patologie come diabete, disfunzioni tiroidee e ipercolesterolemia. L’incidenza è maggiore nei soggetti di sesso femminile tra i 35 e i 50 anni.

    Le fasi della capsulite adesiva
    A livello medico è suddivisa in 3 fasi: infiammatoria, di congelamento, di scongelamento.  E’ comune tendere a sottovalutare il problema. Non c’è cosa più sbagliata!
    Le tempistiche delle singole fasi sono molto variabili e dipendono dalla tempestività di recupero del singolo paziente.
    Fase 1:
    terapie fisiche (tecarterapia e laserterapia ad alta potenza), terapia manuale e tecniche osteopatiche, idrokinesiterapia. L’acqua fa sì che il tessuto si elasticizzi prima.
    Fase 2:
    si intensifica il trattamento manuale, con l’obiettivo di recuperare progressivamente l’elasticità dei tessuti molli.
    Fase 3:
    si intensifica la rieducazione funzionale, il recupero del tono muscolare e della forza dei muscoli della spalla, della scapola e dell’arto superiore.
     
    Come trattare la capsulite adesiva
    La riabilitazione integrata può migliorare la qualità di vita dei pazienti e ridurre notevolmente la sintomatologia.
    Nella nostra esperienza di trattamento di capsuliti abbiamo assistito ad importanti miglioramenti anche in termini di ampiezza di movimento e di capacità funzionale dell’arto superiore affetto, con tempi di recupero notevolmente ridotti.
    La base della terapia resta il mantenimento della funzionalità articolare, compresa la circolazione dei fluidi, nel rispetto del dolore e del movimento concesso.
     
    La nostra riabilitazione integrata
    Al Vital Center impostiamo un percorso terapeutico che mette insieme l’esercizio in acqua, la terapia manuale, l’esercizio specifico dedicato e l’osteopatia. Questo è il nostro approccio!
    Il nostro primo obiettivo sarà eliminare il dolore notturno e permetterti finalmente di dormire. Lavoreremo fin da subito sul recupero della mobilità passiva della spalla, specialmente per aiutarti a tornare a fare le rotazioni.

    Tornare alla normalità: risultati
    Come faremo per farti tornare a mettere il reggiseno da sola, o a vestirti e spogliarti senza usare degli escamotages? Uniremo la terapia fisica alla terapia manuale! Tecarterapia e laserterapia per avere un’azione antinfiammatoria e specifica terapia manuale per stirare e allentare la capsula articolare.

    In Acqua per recuperare
    L’idrokinesiterapia sarà l’ambiente che ti aiuterà a elasticizzare i tessuti e a tornare a muoverti su tutti i piani come prima! Infine con la rieducazione funzionale, andremo a recuperare il tono e la forza muscolare.
    Quale sarà il tuo compito? La parola d’ordine per il successo sarà stretching capsulare.
     

    Salute della donna

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    Salute della donna

    I tuoi terapisti saranno:

    In continuo mutamento

    Nascita, adolescenza, maturità, menopausa. La donna nell’arco della sua vita attraversa varie fasi che modificano il proprio corpo. In ogni fase scoprirà nuovi aspetti di sé, adattandosi a nuove identità.

     

    Perché il corpo della donna cambia

    Il corpo di una donna cambia di ora in ora: per i cambiamenti naturali, per quel che accade nel corso di una vita (traumi, incidenti, interventi chirurgici), e per il naturale processo di invecchiamento. Ma uno degli aspetti fondamentali per cui il corpo di una donna è in costante adattamento è il fatto che al suo interno è presente un motore biologico che genera il ciclo mestruale.

     

    Il ciclo mestruale

    Il ciclo mestruale scandisce le stagioni nella donna: pubertà, fertilità, menopausa. Ogni stagione e fase del ciclo mestruale determina cambiamenti ormonali e fisiologici in base ai quali il corpo deve essere capace di adattarsi.

     

    La riabilitazione integrata per la salute della donna

    La salute della donna è complessa, la riabilitazione per la ricerca della salute nella donna è altamente specifica e individuale e cambia da donna a donna.
    Nella nostra esperienza di riabilitazione per la donna, l’integrazione del trattamento fisioterapico specifico al trattamento manuale osteopatico è l’unione vincente. Il nostro approccio di riabilitazione integrata verte sulla risoluzione del sintomo della paziente, senza tralasciare quelle caratteristiche importanti che la rendono unica. Per questo, nel colloquio della prima valutazione con cui inizierà il trattamento, andremo ad indagare anche sulla sua salute ginecologica.

     

    I disturbi dati da perdita di salute ginecologica

    • Dismenorrea (dolore mestruale)
    • Dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali)
    • Problematiche del pavimento pelvico
    • Endometriosi
    • Prolassi viscerali
    • Dolore pelvico cronico
    • Incontinenza urinaria
    • Cicatrici ipertrofiche o rigide o algiche (taglio cesareo, episiotomia)
     

    Come trattiamo la salute della donna

    Uniamo il trattamento manuale osteopatico di Irene Piacenti con il trattamento manuale e funzionale di Lucia Bacciottini. Attraverso i loro due approcci si riesce ad avere una presa in carico globale della paziente, e una guida consapevole e progressiva verso la guarigione.

     

    La salute della donna in gravidanza

    La gravidanza è un altro dei capitoli fondamentali che caratterizzano la donna. Il corpo si modifica continuamente, prima e dopo. Durante i 9 mesi si prepara al travaglio, raggiunge il momento del parto, e poi “deve” ritornare al più presto come prima per prendersi cura del figlio.

     

    Cosa succede prima e dopo la gravidanza

    Nel pre-gravidanza si avranno importanti cambiamenti fisiologici e ormonali che permetteranno il nutrimento del feto e prepareranno il corpo al travaglio. L’organo causa di tutte queste modifiche è l’utero, che continua a crescere durante le prime 20 settimane tanto da aumentare di 15 volte il proprio peso e addirittura oltre 100 volte il suo volume.

     

    Come cambia il corpo della donna incinta

    La progressiva crescita dell’utero crea delle modifiche alla struttura corporea e la donna gravida si adatta in modo inconsapevole: avvengono modifiche biomeccaniche a livello del bacino, che influenza la colonna lombare, la quale per contrastare lo spostamento del carico in avanti si modifica aumentando le curve fisiologiche verso la lordosi. Ci saranno modifiche a livello cardiocircolatorio, respiratorio, a livello della funzionalità renale e modifiche dell’apparato digestivo.

     

    Il nostro accompagnamento terapeutico

    Il corpo di una donna che si prepara al travaglio è un susseguirsi di continui adattamenti, e tutti questi avvengono affinché si mantenga l’equilibrio. Per fare in modo che non si creino disfunzioni e quindi dolori, è necessario un accompagnamento terapeutico verso il parto e dopo il parto. Per questo abbiamo creato due tipologie di interventi:
    • Riabilitazione pre-parto
    • Aiuta a superare le paure del parto
    • Accompagna e sostiene il corpo nei naturali adattamenti verso il travaglio
    • Riequilibrio e preparazione del Pavimento Pelvico
    • Crea le condizioni ottimali strutturali e muscolari del cingolo pelvico e della colonna lombare
    • Previene i fastidi del mal di schiena e del gonfiore alle gambe.
    Il percorso è strutturato partendo da una valutazione osteopatica, e si struttura con esercizi preparatori al parto alternando un lavoro in acqua e a secco con Pilates Terapeutico Specifico e Idrokinesiterapia in gravidanza.
    • Riabilitazione post-parto
    • Permette il naturale e graduale ritorno al “come eri prima”
    • Previene problematiche di incontinenza urinaria
    • Previene e riabilita la diastasi addominale
    • Rieducazione posturale e riattivazione motoria specifica e globale.
    Il percorso è strutturato partendo da una valutazione osteopatica, e si struttura con esercizi specifici alternando un lavoro in acqua e a secco con Ginnastica Addominale Hipopressiva e Idrokinesiterapia post gravidanza.
     

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