Post mastectomia
Le donne operate esprimono la sofferenza fisica post-operatoria lamentando sensazione di avere “un cuscinetto, una compressa di cotone, un cartone duro sotto l’ascella, un qualcosa di non appartenente al proprio corpo”; dolore, fitte, formicolii, intorpidimento, pesantezza del braccio e/o dell’avambraccio, costrizione e dolore alla ferita, all’ascella e al torace. Queste sintomatologie possono scomparire in poco tempo ma, se non precocemente trattate, possono permanere e evolvere verso un dolore costante e una limitazione funzionale più o meno importante. Inoltre, il dolore della ferita, l’asportazione e il traumatismo dei muscoli pettorali e della capsula articolare possono indurre la paziente ad assumere posture scorrette, ad innalzamento della spalla omolaterale con il braccio in adduzione e il gomito flesso. Inoltre, nel caso di mastectomia, la mancanza del seno comporta in termini fisici una alterata postura della spalla e della colonna cervico-dorsale che a lungo andare porta a dolore cervicale e a rigidità muscolare (molto spesso le protesi esterne vengono prescritte, oltre che per ragioni estetiche, per evitare posture scorrette e per riequilibrare la simmetria corporea). A seconda del grado di invasività dell’intervento chirurgico inoltre si possono riscontrare lesioni nervose a carico del complesso spalla, spesso reversibili, che beneficiano del trattamento riabilitativo per ripristinare la corretta attivazione muscolare e velocizzare il recupero. In ultimo va sottolineato il ruolo fondamentale della cicatrice: le cicatrici chirurgiche spesso hanno un ruolo disfunzionale importante anche in assenza di sintomi quali dolorabilità, ipertrofia della cicatrice, indurimento del sottocute, discromie cutanee o alterazioni della sensibilità. L’altra importante complicazione tanto temuta è il linfedema. In alcuni casi, l’asportazione dei linfonodi ascellari, ed in minor misura del linfonodo sentinella, può rallentare la circolazione della linfa dell’arto, che si accumula nei tessuti, potendosi tradurre in un gonfiore visibile di tutto il braccio o di parti di esso oppure della mammella. La linfa che ristagna origina il cosiddetto linfedema, che si può formare gradualmente nell’arco di pochi giorni o anche dopo diversi anni dall’intervento.
I più comuni sintomi del linfedema sono: il gonfiore, il senso di pienezza e pesantezza del braccio interessato, la difficoltà ad alzare l’arto, l’irrigidimento della pelle, la riduzione della capacità motoria o della flessibilità della mano o del polso, la difficoltà a infilare il braccio nella manica della giacca o della maglia, il senso di compressione dato da anelli, orologio o braccialetti. Per il linfedema non esiste una cura risolutiva. Tuttavia, i pazienti affetti devono comunque seguire un preciso programma terapeutico per ridurre l’edema e migliorare i disturbi funzionali determinati dalla patologia.
La nostra proposta è l’unione della Terapia Manuale con l’Esercizio Terapeutico Specifico Dedicato.
Terapia Manuale
Drenaggio linfatico manuale
Il drenaggio linfatico manuale è una delle tecniche utilizzate in quella che viene definita terapia decongestiva complessa ad oggi considerata il trattamento d’eccellenza per i problemi linfatici. Della terapia decongestiva complessa fanno parte tecniche quali:
- Drenaggio linfatico manuale e linfotaping
- Bendaggio multicomponente
- Terapia elettromedicale coadiuvante
- Cura della cute
- Utilizzo di calze o bracciali elastici
- Esercizio fisico
- Controllo del peso corporeo
Il linfodrenaggio è un massaggio superficiale eseguito con specifiche manovre a livello della cute e degli strati sottocutanei che ripristinano il flusso linfatico a livello dei vasi e delle stazioni linfonodali. Il linfodrenaggio costituisce uno dei pilastri nel trattamento del linfedema poiché mediante questo massaggio manuale, il sistema linfatico viene stimolato meccanicamente: i linfonodi vengono “svuotati”, pertanto è favorito il drenaggio della linfa stagnante dai tessuti. Lo svuotamento delle stazioni linfonodali migliora il movimento dell’intero circolo linfatico. Per “Linfotaping” si intende l’applicazione sulla cute di un particolare nastro adesivo, avente peculiari caratteristiche, al fine di conseguire un effetto drenante. garantisce libertà di movimento, ben si combina con le altre tecniche riabilitative, esplica un effetto drenante 24 ore su 24, si può utilizzare anche durante la fase acuta, si applica sopra e lungo il decorso delle vie linfatiche incrementandone il funzionamento, si attiva con il movimento e previene un’eccessiva congestione.
Il bendaggio elasto-compressivo di norma viene utilizzato nei primi trattamenti effettuati per ridurre il volume dell’arto edematoso colpito da linfedema. Il bendaggio si applica di solito al termine delle sedute di linfodrenaggio per mantenere la riduzione di volume che è stata acquisita e per aumentare il riassorbimento di liquidi.
Il linfodrenaggio verrà effettuato dalla nostra specialista di Riabilitazione Oncologica per le donne operate al seno Dott.ssa Lucia Bacciottini.
Trattamento manuale osteopatico
Il contributo dell’osteopatia nella cura di un problema oncologico diventa un’ esigenza fondamentale un’importante opportunità per contribuire nel miglioramento della qualità della vita. L’osteopatia può aiutare e sostenere la donna prima, dopo e durante gli esiti di un carcinoma mammario.
Il trattamento viene impostato in seguito a una valutazione osteopatica, in cui si valuta la globalità della persona. Nella valutazione osteopatica si va ad analizzare i movimenti corporei, la qualità del movimento, lo schema posturale del paziente e a come questo è modificato dal dolore, e la qualità, intensità e fluidità del respiro del paziente. Uno degli obiettivi è quello di aiutare la donna a reagire alle condizioni di stress a cui è sottoposta con l’evolversi della malattia. Durante la seduta vengono attuati degli approcci terapeutici rivolti a aiutare il paziente nell’ascolto del proprio corpo, aumentando la propria consapevolezza, ricercando una respirazione fisiologica e sistemica e seguendo e modulando i tempi terapeutici specifici del paziente.
Utile per quelle persone che hanno sintomi associati alla condizione di fatica correlata alla neoplasia per i quali è difficile gestire le più semplici attività quotidiane. La cura osteopatica è efficace in particolare contro astenia, nausea, vomito, dolori, problemi del sonno e dispnee dovute al trattamento chimico e chirurgico.
La formazione post-diploma di Irene Piacenti è stata rivolta verso il miglioramento della comprensione della funzionalità del corpo umano come essere unico e irrepetibile: la persona è unità di corpo, mente e spirito. L’intento dei suoi trattamenti è quello di ricercare l’integrazione nella dissociazione per scoprire le proprie risorse, aiutare a comprendere l’autoregolazione e a sostenere la propria singolare capacità di adattamento, guidare verso il recupero e il mantenimento di un respiro sistemico, accompagnare verso la riscoperta del piacere del corpo che si muove.
Esercizio Terapeutico Specifico Dedicato
Idrokinesiterapia
L’idrokinesiterapia è quella branca della fisioterapia che utilizza le proprietà fisiche dell’acqua a scopo terapeutico e riabilitativo. Ogni seduta riabilitativa è svolta con la presenza di una fisioterapista in acqua specializzata in idrokinesiterapia. Ogni esercizio proposto in acqua è adattato alla tipologia del paziente, favorendo i processi di apprendimento e le possibilità di reclutamento di fibre motorie che solo l’ambiente microgravitario e l’attento lavoro individualizzato del fisioterapista possono ottimizzare.
La nostra vasca riabilitativa è disposta su tre livelli di altezza, questo ci permette una grande variabilità di esercizi, ed ha una temperatura di 32°, temperatura riabilitativa ottimale per permettere la diminuzione del tono muscolare e facilitare il rilassamento.
Le sedute saranno di gruppo, questo per permettere la condivisione della nuova condizione, l’accettazione dell’intervento terapeutico e di collaborare insieme e aiutarsi l’un l’altra in modo da ridurre o prevenire il trauma psicologico che l’intervento produce.
Gli obiettivi che ci proponiamo con un lavoro in acqua sono:
- recupero della percezione del nuovo schema corporeo,
- accettazione e nuova consapevolezza,
- riduzione o prevenzione dell’edema dell’arto colpito,
- prevenzione limitazioni di mobilità dell’arco di movimento dell’arto colpito e della colonna vertebrale,
- riduzione della pesantezza dell’arto,
- prevenzione del dolore,
- prevenzione di neuriti associate,
- riduzione della fatigue,
- migliore qualità di vita.
Una paziente molto algica o con scarsa acquaticità, può iniziare il lavoro in acqua eseguendo trattamenti personalizzati e specifici di sedute di idrokinesiterapia con un rapporto 1:1 paziente-fisioterapista. In questo modo la paziente viene seguita e guidata dal fisioterapista, eseguendo un trattamento personalizzato e con esercizi proposti appositamente per le sue problematiche. Il primo obiettivo sarà l’adattamento acquatico e la riacquisizione della percezione del nuovo schema corporeo, verrà instaurata una situazione di complicità e affidamento al mezzo acquatico e alle proprie capacità di movimento sotto la guida attenta del fisioterapista.
Quando?
È possibile iniziare la riabilitazione in acqua fin da subito, in base all’indicazione del medico. Gli esercizi proposti varieranno in base alle indicazioni e controindicazioni.
A chi è rivolto?
Ogni paziente eseguirà degli esercizi mirati e personalizzati, per questo è possibile inserire ogni variabile di intervento. La nostra proposta è un lavoro di gruppo, in cui ogni paziente eseguirà il proprio esercizio specifico. Il fisioterapista seguirà le indicazioni del medico e in base alla valutazione funzionale del paziente proporrà l’esercizio più opportuno per il paziente.
Pilates terapeutico
Il Pilates Terapeutico verrà eseguito dalla nostra fisioterapista specializzata in Pilates Fisios metodo Silvia Ranieri, e specializzata nella riabilitazione oncologica per le donne operate al seno la dott.ssa Lucia Bacciottini. Negli esercizi proposti si applicano i principi base del Pilates con quelli scientifici della riabilitazione, adattandoli alla specificità della persona. La varietà degli esercizi permette di iniziare in modo leggero e sicuro con un graduale e personalizzato aumento. Questa tecnica tende a sviluppare nella paziente la consapevolezza di quello che sta facendo, del perché lo fa, di quando è opportuno farlo e in quali condizioni; tende a formare la capacità di essere “gestori diretti” delle proprie capacità, modificandole attivamente con proprie valutazioni e indicazioni operative. Viene proposto per ridurre il rischio di aderenze e cicatrici, recuperare la mobilità articolare e riacquistare sicurezza nel proprio corpo e nella capacità di gestire la propria vita, attraverso una visione globale della paziente e della sua unicità.